[Il principale argomento di contestazione dell’idea che i dispositivi di intelligenza artificiale violino il diritto d’autore è che i medesimi, accedendo ai contenuti disponibili via internet per il proprio addestramento e funzionamento successivo, costruiscano una “conoscenza diffusa” analoga a quella degli esseri umani e che non apporta un danno economico o di immagine alle fonti consultate. La sequenza di immagini allegata, che riproduce in orizzontale quanto fornitomi stamattina con scorrimento verticale nella finestra aperta da Copilot per Windows 11, dopo che l’ho attivato con l’ennesimo magheggio, sembra confermare la cosa: il “succo” culturale conferma infatti che il dispositivo ha costruito la propria immagine delle “mappe concettuali” accedendo alle frequentissime popolarissime (leggi: cliccatissime) castronerie in proposito]






