Riassunto artificiale

[La pubblicazione riassunta da UPDF è disponibile in rete integralmente. Qualcuno ha voglia di giocare a verificare se le varie sintesi – realizzate da UPDF – sono sensate, utili, esaurienti e così via? Astenersi pontificatori, di segno positivo e di segno negativo].

SAPERI

L’articolo si concentra sull’uso delle intelligenze generative, in particolare sulle chatbot, per migliorare l’esperienza degli utenti sul web. Vengono menzionati i vari tipi di bot, come i social bot utilizzati per influenzare l’opinione pubblica, e i chatbot utilizzati come assistenti alla clientela. Viene sottolineato che nonostante l’apparente intelligenza, i chatbot non sono in realtà intelligenti, ma seguono strade probabilistiche non semantiche. Viene evidenziato il potenziale e le limitazioni delle intelligenze generative.

DOSSIER

Il dossier si concentra sull’originalità e il plagio. Viene discussa l’importanza di comprendere la definizione di intelligenza e creatività, e come l’intelligenza artificiale non sia in realtà creativa, ma ripeta lo stereotipo dei suoi creatori. Viene evidenziato il potenziale positivo e negativo delle intelligenze artificiali.

SCUOLA

Il capitolo si concentra sull’uso consapevole delle intelligenze artificiali nella didattica. Vengono presentate diverse prospettive didattiche e strategie per un uso consapevole delle intelligenze generative nella scuola. Vengono descritti due strumenti per l’inclusione e la didattica laboratoriale, Bard e ChatGPT. Viene sottolineato il potenziale e le possibilità di utilizzo intelligente, creativo, inclusivo, funzionale e democratico delle intelligenze artificiali nella scuola.

Editoriale

L’editoriale afferma che le intelligenze artificiali possono essere potenti ma rischiano di confondere. Vengono evidenziate le pulsioni umane di controllo e dominio nel creare e utilizzare le intelligenze artificiali. Vengono presentate le possibili implicazioni positive e negative delle intelligenze artificiali. L’editoriale invita a un atteggiamento critico e consapevole nei confronti delle intelligenze generative.

L’articolo “In principio era il bot” esplora il ruolo dei bot e delle intelligenze artificiali (IA) nel migliorare l’esperienza degli utenti sul web. Vengono descritte le varie applicazioni dei bot, come i social bot utilizzati per influenzare l’opinione pubblica e i chatbot utilizzati come assistenti alla clientela. Viene sottolineata l’importanza di investire in chatbot “empatici” che possano fornire interazioni simili a quelle umane e soddisfare le aspettative dei clienti. Viene menzionato l’esempio di Alexa di Amazon come un bot che registra le interazioni delle famiglie e ha generato preoccupazioni sulla privacy. Viene spiegato il funzionamento dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT, che producono risposte plausibili basandosi su frequenze statistiche e probabilità. Viene menzionata l’evoluzione dei LLM come il modello Transformer sviluppato da Google nel 2017. L’articolo evidenzia sia le potenzialità che le preoccupazioni associate all’uso dei bot e delle intelligenze artificiali.

L’articolo “Paralipomeni di una formazione sull’IA” fa riferimento a un percorso di formazione sull’intelligenza artificiale (IA) e esplora diverse applicazioni della IA, in particolare nel campo delle immagini interattive. L’autore sottolinea l’importanza di valutare l’efficacia delle immagini non solo dal punto di vista espressivo ed estetico, ma anche da un punto di vista cognitivo, ossia la capacità di rappresentare ciò a cui si riferiscono. Vengono esaminate le possibilità di estensione ipermediale delle immagini interattive, così come la trasformazione dei video di YouTube in resoconti e sintesi utilizzando applicazioni specializzate. Si evidenzia anche la possibilità di incorporare testi, immagini e video generati da dispositivi artificiali in percorsi didattici strutturati. La conversazione simulata con chatbot testuali può fornire contenuti strutturati e affidabili, aiutando a migliorare l’accessibilità e la comprensibilità dei video. L’autore conclude sottolineando l’importanza di un’espansione quantitativa dell’analisi e sperimentazione degli assistenti artificiali, mentre spetta agli esseri umani verificare criticamente se si verificherà anche un aumento qualitativo

L’articolo “La banalità digitale” fa riferimento all’introduzione delle macchine e dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e alla possibilità di delegare compiti banausi e frustranti a queste tecnologie. Viene citato il racconto di Italo Calvino, “Il Versificatore”, in cui un personaggio utilizza una macchina per comporre versi poetici e diventa una celebrità. Tuttavia, l’articolo sottolinea che questa storia non è in linea con la “vera finzione” ideata da Primo Levi, in cui un poeta assegna parte del suo lavoro a una macchina per liberare la sua vena poetica. Si evidenzia che grazie al digitale, le persone possono liberarsi dai lavori pesanti e meno soddisfacenti per concentrarsi sulla creatività, sulla riflessione e sul pensiero profondo. Si menziona anche il movimento delle persone che rinunciano a lavori che non permettono loro di esprimersi adeguatamente sul posto di lavoro, sottolineando la necessità di ripensare il concetto di lavoro in modo da soddisfare le ambizioni e le aspirazioni di ognuno. Si conclude affermando che la rivoluzione digitale richiede una ristrutturazione sociale che tenga conto delle nuove tecnologie e delle aspettative delle persone.

L’autore dell’articolo “IA e stile” affronta la questione dell’interazione tra intelligenza artificiale (IA) e l’arte, sostenendo che l’IA non ucciderà l’arte, come alcuni prevedono. L’articolo riconosce che l’IA avrà un impatto nell’ambito artistico, ma non necessariamente rivoluzionerà completamente il settore. Si suggerisce che l’impatto dell’IA sarà sistematico, influenzando la percezione del mondo, le strutture sociali, economiche ed estetiche. Si fa riferimento all’uso della fotografia nel passato come esempio di come una nuova tecnologia visiva abbia influenzato l’arte. Si nota che l’IA è già stata accolta con curiosità dagli artisti e con ostilità da parte di coloro che lavorano nell’ambito illustrativo ed editoriale. Si suggerisce che il settore economico sarà più influenzato dalla tecnologia, ma è troppo presto per fare previsioni definitive. L’autore sottolinea che, al momento, l’IA è in grado di produrre immagini realistiche e patinate, ma questo potrebbe modificare il valore estetico delle immagini nel contesto in cui non saranno più necessarie abilità tecniche complesse per produrle. Si fa un parallelo con l’industria del porno, in cui l’aumento della produzione di prodotti con standard cinematografici ha portato allo sviluppo del porno amatoriale. L’autore conclude affermando che la rivoluzione visiva dovuta all’IA si verificherà grazie al suo uso di massa e contribuirà alla costruzione e decostruzione del nostro rapporto con l’immagine.

L’articolo “La medicina intelligente” esplora l’impatto delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale (IA) nel campo della medicina. Si sottolinea che l’IA rappresenta un nuovo strumento che va oltre le tecnologie tradizionali utilizzate nella pratica medica. Si distingue tra tecnologie di primo ordine (che vanno direttamente dal medico alla natura) e di secondo ordine (che si collocano tra il medico e un’altra tecnologia), mentre l’IA è classificata come tecnologia di terzo ordine. L’IA viene descritta come un programma informatico che interpreta e elabora dati provenienti da altre macchine e programmi. Si evidenzia che l’IA non necessariamente richiede intelligenza umana per svolgere un compito specifico e si pongono domande etiche riguardo a questa separazione tra azione e intelligenza. L’articolo illustra come l’IA sia già presente in diversi ambiti della medicina, come la dermatologia, dove i software di intelligenza artificiale possono identificare lesioni cutanee maligne con elevata accuratezza. Viene anche descritto l’utilizzo di tecnologie come la realtà aumentata e la realtà virtuale, che offrono nuove possibilità per operatori sanitari e pazienti, sia per la diagnosi che per la terapia. Si menziona l’uso di algoritmi e reti neurali artificiali per ottenere diagnosi più rapide e precise. Si conclude sottolineando che l’IA rappresenta un settore in continua evoluzione nella medicina, offrendo vantaggi e sfide etiche da affrontare.

Nell’articolo “Buzzati e l’intelligenza artificiale” si esplora il rapporto tra Dino Buzzati, autore italiano, e l’intelligenza artificiale (IA). Si fa riferimento alla ricerca di Buzzati sulla cibernetica negli anni ’50, che si basava sull’analisi dei meccanismi di comunicazione e di analisi delle informazioni sia delle macchine che della mente umana. Si sottolinea che Buzzati comprendeva le implicazioni profonde di questo progetto, non solo per sostituire l’uomo nel controllo e nella gestione di sistemi automatizzati, ma anche per approfondire le funzioni cerebrali umane attraverso le macchine. Si menziona un contributo di Buzzati all’Enciclopedia della civiltà atomica del 1959, in cui si riflette sull’invenzione dell'”Adamo II” e l’idea di creare macchine capaci di pensare come gli esseri umani. Si discute anche della possibilità di una macchina in grado di riprodurre ciò che i neuroni fanno nel nostro cervello e si pongono domande sul carattere astratto e irraggiungibile del pensiero umano. Si suggerisce che la ricerca cibernetica ha aperto una “cittadella misteriosa” e si menzionano possibili applicazioni come traduzioni e riassunti automatici di testi. Si afferma che Buzzati immagina scenari ancora più fantastici, in cui le macchine hanno sensi e reazioni come gli esseri umani e addirittura superano il cervello. L’articolo conclude affermando che Buzzati vede il potenziale della macchina per sviluppare pensieri e individualità, anche se l’involucro sarebbe fatto di materiali diversi dalla carne.

Nell’articolo “ChatGPT tra Latino e Latinorum” si mette alla prova l’intelligenza artificiale (IA) chiamata ChatGPT nel campo delle traduzioni latine. L’autore pone domande sulle traduzioni latine fornite da ChatGPT e viene spiegato che il modello di linguaggio su cui si basa è stato addestrato su un vasto insieme di testi, inclusa la lingua latina. Tuttavia, si sottolinea che ChatGPT non è un esperto umano di latino e si consiglia di consultare traduttori professionisti per ottenere traduzioni precise e affidabili. Viene poi presentato un esempio di traduzione di un passaggio di Tacito, mostrando due alternative offerte da ChatGPT. Nonostante alcune imprecisioni lessicali e uno stile tipicamente da traduzione, si riconosce una qualità accettabile nelle traduzioni proposte. L’autore conclude con una sfida a ChatGPT, chiedendole di comporre un carme d’amore alla maniera di Catullo. Il risultato è un prodotto inadeguato, evidenziando le limitazioni dell’IA nel riprodurre la creatività e la metrica della poesia latina.

L’articolo “Il destino dell’originalità” osserva come lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa e dei sistemi antiplagio stiano influenzando il modo in cui valutiamo l’originalità nei testi e nelle immagini. Si sottolinea che l’IA generativa è in grado di creare contenuti simili a quelli umani, sollevando interrogativi su cosa significhi essere originali. Allo stesso tempo, i sistemi antiplagio stanno diventando sempre più sofisticati e in grado di individuare anche le più piccole somiglianze tra il materiale creativo. L’articolo esplora la matematica dell’originalità, notando come alcune tecniche, come l’indice di raggruppamento e il calcolo della distanza di Levenshtein, possono essere usate per quantificare il grado di originalità di un testo. Viene evidenziato come valutare l’originalità sia una complessa sfida, poiché dipende dal contesto culturale, dalle influenze e dalle convenzioni. Si sottolinea anche che l’originalità è strettamente legata alla creatività e alla capacità di innovare, e che la sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra l’utilizzo delle tecnologie emergenti e il preservare la dimensione dell’originalità umana.

L’articolo intitolato “La matematica del plagio” del numero 25 della rivista La Ricerca Dicembre 2023, esplora l’utilizzo della matematica nel rilevare il plagio nei testi. Si afferma che il metodo più efficace per determinare se un testo è stato elaborato dall’IA ChatGPT è confrontarlo direttamente con ChatGPT stesso. Si discute anche dei progressi nella tecnologia antiplagio che sono sempre più sofisticati nel rilevare similitudini anche minime tra materiale creativo. L’articolo sottolinea che valutare il plagio attraverso un approccio matematico può essere complesso poiché dipende dal contesto, dalle influenze e dalle convenzioni culturali. Si esamina anche come il concetto di originalità sia strettamente legato alla creatività e all’innovazione e si suggerisce che il futuro richiederà un equilibrio tra l’utilizzo delle tecnologie emergenti e la preservazione della dimensione dell’originalità umana.

L’articolo “Il proctoring: una risorsa o il Grande Fratello?” esplora l’utilizzo delle tecnologie di sorveglianza degli esami online, conosciute come proctoring, e sottolinea come abbiano guadagnato importanza durante la didattica a distanza e i periodi di lockdown a causa della pandemia. Queste tecnologie utilizzano software avanzati che raccolgono dati sensibili e implementano procedure di autenticazione come l’utilizzo di documenti d’identità e dati biometrici. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo alla privacy e alla condivisione di informazioni personali. Inoltre, i programmi di proctoring possono richiedere anche la scansione dell’ambiente dell’esaminando e cercare materiali non autorizzati. Sono utilizzati anche algoritmi di intelligenza artificiale per rilevare comportamenti sospetti durante gli esami online. Tuttavia, sia il riconoscimento vocale che facciale possono presentare errori, con conseguenze potenzialmente gravi per gli studenti di diversi gruppi razziali o di genere. L’articolo evidenzia come la scelta del livello di autenticazione dipenda dalle esigenze specifiche dell’istituzione educativa e dalle preoccupazioni sulla privacy degli studenti. In definitiva, il proctoring può essere una risorsa nella prevenzione delle frodi durante gli esami online, ma solleva anche questioni di privacy e di potenziali discriminazioni.

Nell’articolo “Hacking IA”, gli autori Agnese Trocchi e Carlo Milani esplorano il concetto di Intelligenza Artificiale (IA) e analizzano i Grandi Modelli Linguistici (LLM) come i modelli della serie GPT (Generative Pre-Trained Transformer). Questi modelli utilizzano la funzione matematica dell'”attenzione” per elaborare sequenze di parole in modo rapido ed efficace. Gli autori presentano una prospettiva hacker nell’approccio all’IA, evidenziando come essa non sia in grado di svolgere alcune attività umane come preparare una tisana, ma può fornire istruzioni su come farlo. Inoltre, l’IA può generare sequenze di parole che, agli occhi di un umano, sembrano avere un senso compiuto. Gli autori sperimentano con un LLM accessibile tramite una VPN e riflettono sulle possibilità e le limitazioni di questi modelli nel contesto dell’elaborazione del linguaggio naturale. L’articolo offre una panoramica sulle potenzialità dell’IA e suggerisce una prospettiva critica nei confronti della sua operatività.

L’articolo “L’intelligenza artificiale nella didattica della filosofia” esplora le possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale (IA), in particolare i chatbot come ChatGPT, come strumento didattico nella filosofia. L’autore suggerisce che l’IA può essere utilizzata come un personal trainer per gli studenti, consentendo loro di esercitarsi in attività filosofiche e ottenere autoverifiche continue. Gli studenti possono porre domande “giuste” ai chatbot per ottenere risposte attese e confrontarsi con i compagni sulle argomentazioni prodotte dai programmi. Inoltre, possono valutare le prestazioni dei chatbot e confrontare diverse argomentazioni su un determinato tema. L’autore sottolinea l’importanza di guidare gli studenti nell’esplorazione di questi strumenti, piuttosto che subirli, per sfruttarne appieno le potenzialità nella didattica della filosofia.

L’articolo “Una scuola… diversamente digitale” esplora l’impatto dei cambiamenti tecnologici sulla scuola e suggerisce l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) come possibile soluzione per affrontare le sfide attuali. La pandemia ha evidenziato la necessità di adattamento e flessibilità nell’istruzione, specialmente con l’introduzione della didattica a distanza. Tuttavia, il sistema scolastico italiano già presentava criticità prima della pandemia in termini di abbandono scolastico e carenza di competenze negli studenti. La generazione attuale è molto più tecnologicamente attiva rispetto a quella precedente, con l’utilizzo di smartphone, applicazioni mobili, chat e social media. L’articolo suggerisce di utilizzare l’IA, come ad esempio i chatbot come ChatGPT, come strumento didattico per migliorare l’interazione e la comunicazione degli studenti. Tuttavia, è importante considerare l’impatto funzionale e disfunzionale della robotica e dell’IA nell’ambito scolastico, asegurate che la tecnologia non prevalga sugli obiettivi educativi e che sia utilizzata in modo appropriato.

Gli strumenti per l’inclusione e la didattica laboratoriale, Bard e ChatGPT, vengono presentati nell’articolo come risorse utili per l’ambito scolastico. Bard è una piattaforma che offre una vasta gamma di materiali multimediali e narrativi accessibili per gli studenti con disabilità o difficoltà di apprendimento. Questo strumento favorisce l’inclusione offrendo opportunità di apprendimento personalizzate e stimolanti. Dall’altro lato, ChatGPT è un chatbot basato sull’intelligenza artificiale che può essere utilizzato come strumento didattico per migliorare la comunicazione e l’interazione degli studenti. Attraverso l’utilizzo di ChatGPT, gli studenti possono discutere gli errori nelle risposte fornite dal chatbot, imparare strategie per formulare domande in modo efficace e ottenere risposte attese. Tuttavia, è riconosciuto che queste risorse presentano anche alcuni problemi nella loro applicazione nell’ambito educativo, ma è importante esplorarne le potenzialità con cautela.

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