Oggi ho scritto un articolo:
E stasera ho chiesto a ChatGPT di riassumerlo:
L’articolo di Marco Guastavigna intitolato “Chat-tanooga Choo Choo 4.0” critica l’approccio dell’accademia e delle scuole verso l’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’educazione. Guastavigna sottolinea come l’accademia abbia scoperto l’ovvio, ossia che la didattica conversazionale può essere praticata con dispositivi che simulano un dialogo. Contemporaneamente, una rete di scuole ha prodotto un documento con criteri per l’uso dell’IA nell’istruzione, considerato limitato e discutibile. Guastavigna critica anche i teorici che discutono in termini astratti e a lungo termine sull’etica e l’IA, senza affrontare problemi attuali come la robotizzazione del lavoro e le disuguaglianze globali. Il suo punto di vista è che il sistema culturale istituzionalizzato reagisce all’innovazione occupando spazi di dibattito e generando filiere formative per ottenere riconoscimenti e investimenti. L’autore descrive come le novità tecnologiche, come ChatGPT, stanno evolvendo, offrendo funzionalità avanzate e personalizzate. Tuttavia, solleva due questioni importanti: la necessità di un’analisi più approfondita delle piattaforme educative basate sull’IA e le implicazioni economiche delle licenze d’uso, suggerendo che i costi non dovrebbero ricadere sui singoli docenti. In sintesi, l’articolo critica l’approccio superficiale e istituzionalizzato verso l’IA nell’educazione, evidenziando la necessità di una valutazione più attenta e una gestione equa dei costi associati.
Giudizio mio, al volo: Non coglie ironia e impliciti. Riassume in modo piatto e “didascalico”.
