Chi ha paura dei deep-fake?

Fonte:

UPDF AI:

Il documento discute il fenomeno dei deepfake e la loro implicazione nella manipolazione delle immagini e della verità visiva. Si esplora come la storia della manipolazione visiva sia lunga e complessa, risalendo a pratiche come il fotoritocco, e si mette in discussione se dovremmo avere paura di questa tecnologia emergente. Attraverso vari esempi storici, il testo evidenzia che la credibilità delle immagini non dipende solo dalla loro verosimiglianza, ma anche dal contesto e dalla fonte da cui provengono. Si analizzano anche casi di disinformazione e come le narrazioni influenzino la percezione pubblica, suggerendo che il problema non è nuovo e che la manipolazione della verità è una pratica antica, ben prima dell’avvento delle tecnologie moderne.

Qual è la storia della manipolazione visiva secondo il documento?

La storia della manipolazione visiva, secondo il documento, è lunga e complessa, caratterizzata da diverse fasi di evoluzione e innovazione tecnologica. Ecco un riassunto delle principali idee presentate:

  1. Origini della Manipolazione Visuale:
  • Già nel 1897, il New-York Tribune evidenziava che la fiducia nella veridicità della fotografia era diminuita a causa dell’aumento del fotoritocco. Il timore di una perdita di verità nell’immagine è quindi un tema ricorrente nel tempo.
  1. Esempi Contemporanei:
  • Le immagini delle AI generative rappresentano l’ultima fase di questa manipolazione, in linea con esempi storici come le fotografie della prima Guerra del Golfo, dove la scelta di cosa mostrare o nascondere influenzava la narrativa.
  • Anche eventi attuali come la crisi climatica mostrano come, nonostante le evidenze visive, esistano narrazioni contrarie che si radicano in un contesto mediatico e politico di manipolazione.
  1. Ruolo del Contesto e della Fonte:
  • La manualità di intenzioni e la percezione di verità di un’immagine sono influenzate non solo dalla qualità della rappresentazione ma anche dal contesto in cui un’immagine è pubblicata e dalla credibilità della fonte.
  • L’orientamento del pubblico verso informazioni vere o false è spesso mediato da autorità percettivamente affidabili e da narrazioni persuasive.
  1. Casi Storici di Manipolazione:
  • Situazioni storiche come la caccia alle streghe dimostrano che la manipolazione visiva esiste da molto prima delle tecnologie moderne, sottolineando che l’umanità ha sempre sfruttato l’immagine per costruire e diffondere narrazioni.
  1. Evidenze Rare e Significato:
  • Un esempio significativo di manipolazione storica è fornito dalle immagini scattate dagli Sonderkommando ad Auschwitz, dove la qualità delle immagini non riflette la gravità degli eventi, ma il contesto della loro produzione conferisce loro un’importanza storica e testimoniale enorme.

In sintesi, la manipolazione visiva è un fenomeno persistente che si è evoluto con le tecnologie e i media, evidenziando l’importanza del contesto, delle fonti e delle narratività nel determinare la percezione della verità.

In che modo la credibilità delle immagini è influenzata, oltre alla loro verosimiglianza?


La credibilità delle immagini è influenzata principalmente dal contesto in cui vengono diffuse e dalla narrazione che le accompagna, oltre alla loro verosimiglianza. Ecco alcuni fattori chiave:

  1. Contesto di diffusione: Le immagini assumono significato e credibilità in base al contesto in cui sono presentate. Ad esempio, un’immagine condivisa su un noto telegiornale o su un quotidiano di fiducia viene percepita con più credibilità rispetto alla stessa immagine trovata su un sito internet poco affidabile.
  2. Fonte di pubblicazione: L’autorità della fonte che diffonde l’immagine gioca un ruolo cruciale. Immagini accompagnate da narrazioni persuasive e provenienti da fonti ritenute credibili hanno maggiori possibilità di influenzare l’opinione pubblica.
  3. Narrazione e interpretazione: La storia che circonda un’immagine può modificarne la percezione. La scelta di cosa mostrare e cosa nascondere, come il caso delle foto dell’autostrada della morte nella prima Guerra del Golfo, può influenzare notevolmente la comprensione di ciò che l’immagine rappresenta.
  4. Aspetti psicologici e predisposizioni culturali: Le credenze individuali e la predisposizione a credere in determinate narrazioni possono influenzare la percezione di verità di un’immagine. Ad esempio, la credenza in teorie del complotto può portare a interpretazioni distorte delle rappresentazioni visive.

In sintesi, la verità di un’immagine non dipende solo dal suo contenuto visuale, ma è fortemente legata al contesto, alla fonte e alla narrazione con cui viene presentata.

Qual è la relazione tra disinformazione e narrazioni nella percezione pubblica?

La relazione tra disinformazione e narrazioni nella percezione pubblica è complessa e influenzata da vari fattori. Ecco alcuni punti chiave:

  1. Fonti di Informazione: Le false credenze si diffondono attraverso molteplici canali, inclusi i social media e le fonti ufficiali. Tuttavia, la credibilità di una narrazione è spesso determinata non tanto dalla sua qualità intrinseca, quanto dal contesto e dalla fonte da cui proviene.
  2. Contesto e Credibilità: Il contesto in cui una narrazione viene presentata gioca un ruolo cruciale. Le informazioni diffuse apparentemente da fonti affidabili risultano più potenti e influenti. Ad esempio, un video su un avvistamento UFO può sembrare meno credibile se trovato su un sito internet poco noto, rispetto a un servizio di un telegiornale.
  3. Frammentazione vs. Consenso: La molteplicità delle fonti e delle contro-narrazioni porta a una frammentazione della opinione pubblica, rendendo difficile raggiungere un consenso di massa. Tuttavia, questa frammentazione tende a concentrarsi attorno a figure carismatiche o a narrazioni dominanti, proprio come accadeva in passato.
  4. Paura e Manipolazione: La paura gioca un ruolo significativo nella diffusione della disinformazione. Gruppi con interessi economici, come le industrie fossili, hanno investito risorse per screditare scientificamente la verità sul cambiamento climatico, creando dubbi attraverso una comunicazione strategica.
  5. Rappresentazioni Visive: Il potere narrativo di un’immagine è influenzato dalla scelta di cosa mostrare e cosa nascondere. Le fotografie possono essere utilizzate per costruire determinate narrative, come dimostrato dall’uso delle immagini durante la Prima Guerra del Golfo, dove venivano enfatizzati successi militari omettendo dettagli più brutali.

In sintesi, la disinformazione, attraverso la manipolazione delle narrazioni e dei contesti, influenza in modo significativo la percezione pubblica e la fiducia nelle informazioni.

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