Intanto, sul mercato degli impiegati dell’istruzione…

Sull’intelligenza artificiale molti accademici e molti “oppositori” sono tuttora (e sempre) in modalità pippone. Discorsi generali, opinioni massimo-sistemiche, ammiccamenti divulgativi, concettualizzazioni proprietarie o almeno compiaciute.

Nel frattempo il mercato si muove, struttura, organizza, attrezza, definisce. Aggiungendo spesso funzionalità di tipo AI ad ambienti operativi già collaudati.

Era già così con i libri di testo, ma con l’intelligenza artificiale la scelta editoriale e para-editoriale è evidente: destinare agli impiegati – esecutivi, si diceva una volta – dell’istruzione (dai dirigenti agli insegnanti) moduli operativi destinati a sgravarli dagli aspetti più scontati e ripetitivi della parte amministrativa del lavoro, ma anche altre opportunità, relative invece alla parte squisitamente (si fa per dire, NdR) didattica.

E così – a fronte di disinteresse, snobismo, inerzia, impreparazione, elusione, delega, snobismo – repertori tecno-operativi definiti dal design aziendale e dalla sua rappresentazione dell’apprendimento e della mediazione didattica diventano apparati cognitivi egemoni e dispositivi culturali dominanti.

Sembra insomma prossimo il dilagare a tutti gli aspetti della didattica l’inversione del rapporto tra problema e soluzione che ha caratterizzato l’inserimento del registro elettronico nella scuola.

Le aggregazioni di applicativi e sub-applicativi di matrice IA, con parecchi punti in comune le une con le altre, sono per altro ormai per un verso innumerevoli e per l’altro oggetto di tassonomie e raffronti.

A titolo se non paradigmatico perlomeno esemplificativi, ne segnaliamo due, ricordando inoltre che in tutti i casi il mercato prevede più versioni: quella di degustazione (free) e quelle a pagamento (premium, pro e così via), che contano sulla capacità dei software di produrre dipendenza e drenare denaro e profitto. Questo mentre nessuno in Italia si pone il problema dei costi delle licenze, che interessa ormai anche il munifico Google.

Il primo è Turbolean.ai, che propone al docente utente una vera e propria gabbia didattica automatizzata:

  • assistenza alla lettura e alla fruizione di materiali (PDF, file audio, video di Youtube) e realizzazione di note in proposito;
  • chatbot per approfondimenti dialogici sui materiali;
  • podcast di sintesi;
  • flash cards per lo studio;
  • quiz;
  • trascrizione.

Ecco i relativi esempi:

Notes sull’articolo The Whiteness of AI

Podcast

(Il podcast originale in ingles è stato tradotto in italiano con Captions.ai)

Il secondo ambiente è Unriddle, di cui segnaliamo per il momento solo una peculiarità, ovvero la possibilità di trovare citazioni di supporto a un testo scritto – da noi o dal dispositivo, come in questo caso – sulla base della semplice indicazione da parte umana del “topic”.

Lascia un commento