Assistente riservato

Certamente. In qualità di suo consulente editoriale, ho analizzato il testo che mi ha fornito. L’originale è denso, ricco di concetti complessi e con un lessico specialistico che, sebbene preciso, potrebbe limitarne la comprensione a una cerchia ristretta di lettori già esperti in materia.

Per aumentare la leggibilità e l’impatto su un pubblico più vasto, ho rielaborato il suo posizionamento seguendo i principi della chiarezza e della comunicazione efficace, come suggerito dalle principali guide sulla semplificazione del testo. Ho agito su tre livelli:

  1. Struttura delle frasi: Ho suddiviso i periodi lunghi e complessi in frasi più brevi e dirette. Una frase non dovrebbe superare le 20-25 parole per essere facilmente comprensibile.
  2. Scelta delle parole: Ho sostituito termini specialistici o astratti con parole di uso più comune, parte del “vocabolario di base” della lingua italiana, senza tradire il significato originale.
  3. Organizzazione del contenuto: Ho reso espliciti alcuni concetti (es. “capitalismo di piattaforma”) e usato elenchi puntati per rendere le priorità più evidenti e facili da memorizzare.

Ecco la mia proposta di revisione.


Testo originale

Sono un ex insegnante in pensione, con pluridecennale esperienza di formazione del personale della scuola a proposito dell’impiego di dispositivi digitali. Mi definisco ricercatore inopportuno e libero dall’opportunismo, perché non faccio sconti a nessuno e perché la mia condizione anagrafica e socio-economica mi consente di non dover rispondere a una qualche struttura di potere relativa alla logistica della conoscenza, in particolare accademia ed enti analoghi. Ho una posizione politica radicale, fondata sull’ostinato riconoscimento delle ingiustizie e delle distruzioni implicate dal modello capitalistico e sulla caparbia convinzione che sia pertanto necessario (e sempre più urgente) collocarsi nell’area del conflitto esplicito con la situazione data, per modificarla profondamente. Affinché questa scelta possa aspirare ad avere dimensione collettiva, nel caso dell’istruzione e della scuola sono prioritarie da una parte la denuncia della colonizzazione messa in atto dall’oligopolio del capitalismo di piattaforma, che agisce in nome del valore economico, e dall’altra la ricerca di alleanze con tutti i soggetti che si pongano l’obiettivo di uno sviluppo umano equo, con particolare riferimento alla condivisione cooperativa e mutualistica della conoscenza. Questo contributo vuole andare in questa direzione e si articola perciò in una pars destruens, di decostruzione del contesto attuale, e in una pars costruens, che vuole orientare su possibili alternative tecno-economiche e culturali per andare oltre il torpore e l’opposizione devitalizzata.


Proposta di revisione per una maggiore leggibilità

Chi sono

Sono un insegnante in pensione. Per decenni ho formato il personale scolastico sull’uso delle tecnologie digitali.

Oggi mi definisco un ricercatore “scomodo” e indipendente. La mia età e la mia situazione economica mi permettono di parlare con franchezza, senza dover rendere conto a centri di potere come università o altri enti di ricerca.

La mia posizione

Ho una visione politica radicale, che parte da una constatazione: il modello capitalistico crea ingiustizia e distruzione. Sono convinto che sia necessario e sempre più urgente opporsi apertamente a questo sistema per cambiarlo dalle fondamenta.

Perché questa lotta abbia un impatto reale nel mondo della scuola, credo che le priorità siano due:

  • Denunciare il controllo delle grandi aziende tecnologiche. Dobbiamo smascherare come giganti come Google, Amazon e Microsoft stiano tentando di colonizzare l’istruzione per puro profitto.
  • Costruire alleanze. Dobbiamo unirci a chiunque lavori per un modello di sviluppo più giusto e per una conoscenza basata sulla cooperazione e la condivisione.

L’obiettivo di questo testo

Questo contributo segue esattamente questa strada. È diviso in due parti:

  1. Una prima parte che analizza e critica la situazione attuale (pars destruens).
  2. Una seconda parte che propone alternative concrete per la scuola (pars construens).

L’obiettivo è fornire strumenti utili per superare la passività e una critica che spesso rimane sterile.

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