Quando il gioco si fa serio… la metafora piace e l’accrocco si auto-plagia

A. Da una canzone canzonante a un ragionamento ragionante:
La canzone, composta con Sumo
Analisi della canzone da parte di NotebookLM

I due video vengono riproposti come fonte a NotebookLM:

Il rapporto tra le due fonti è di analisi e interpretazione: la seconda fonte, “The_Words_We_Use_for_AI__Tool_or_Trojan_Horse_.mp4”, si concentra sull’analisi della prima fonte, “L’IA che verrà – canzone ironica”, per esplorare come il linguaggio influenzi la nostra percezione dell’intelligenza artificiale.

In dettaglio:

  • La fonte 1 è l’oggetto dell’analisi: La canzone “L’IA che verrà – canzone ironica” (Fonte 1) è il testo che la fonte 2 disseziona per illustrare il suo punto di vista sull’uso delle parole relative all’IA.
  • Analisi del tono e del messaggio: La fonte 2 inizia la sua analisi citando la frase d’apertura della fonte 1, “Caro amico ti scrivo”, evidenziando come questo inizio imposti un tono personale e confortante, presentando l’IA non come una tecnologia fredda ma come una compagna. Viene sottolineato il messaggio esplicito della fonte 1 che l’IA non è un “mostro che ti ruberà la verità”, ma uno “strumento che tu puoi usare per creare”, un’immagine rassicurante che mira a contrastare le paure comuni sulla tecnologia.
  • Critica del linguaggio specifico: La fonte 2 si concentra sull’uso delle parole “strumento” (tool) e “creare” (create) presenti nella fonte 1. Spiega che, sebbene sembrino innocue, queste parole sono state scelte con cura per dipingere un quadro dell’IA come qualcosa di semplice, sicuro e artistico, simile a un pennello o un martello, che l’utente può controllare completamente. La fonte 2 contrappone queste scelte a termini alternativi come “dispositivo” (device) e “produrre” (produce), che avrebbero connotazioni più tecniche, distanti o industriali.
  • La contraddizione evidenziata: La parte più significativa del rapporto è che la fonte 2 rivela una fascinante contraddizione all’interno della fonte 1. La fonte 1, pur presentando l’IA in termini rassicuranti, contiene anche la frase “e la retorica tecnoliberista va di pari passo”. La fonte 2 interpreta questa “retorica tecnoliberista” come una strategia di marketing che utilizza parole semplici e positive (“strumento”, “potenziamento”) per far sembrare la tecnologia amichevole e personale, nascondendo la complessa “macchina aziendale” che la gestisce. La fonte 2, quindi, si chiede se la fonte 1 stessa non stia utilizzando proprio quel tipo di retorica che critica, mascherando la complessità e gli interessi corporativi dietro l’IA presentandola come un semplice strumento.
  • Estensione della discussione: Infine, la fonte 2 utilizza l’analisi della fonte 1 per sollevare una questione più ampia sull’importanza delle parole che scegliamo per descrivere l’IA, sostenendo che queste scelte linguistiche non sono neutrali, ma definiscono le nostre aspettative, il senso di controllo e la direzione futura della tecnologia.
Self plagiarism, NotebookLM commenta le due fonti iniziali in questo modo…

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