Grovigli sintattici e snobismo concettuale

Il potere tecnico delle piattaforme digitali è articolato in particolare su due risorse principali: l’elaborazione algoritmica e l’accumulo di dati. Vedremo nel terzo paragrafo questi aspetti più nel dettaglio. Per ora basti sottolineare come siano proprio queste due funzioni a sostenere quello che appare a tutti gli effetti il loro potere governamentale. Se, è bene ribadirlo nuovamente, foucaultianamente intendiamo quello governamentale come un potere in grado di “condurre condotte”, grazie ad algoritmi e dati le piattaforme digitali impugnano qualcosa di inedito perfino se paragonato ai poteri che storicamente sono passati nelle mani dello Stato pur nelle sue varie forme. Ovviamente non si tratta di un potere coercitivo o distopico. Piuttosto gioca sul piano del “potere infrastrutturale”, per rifarci ancora una volta ai termini di Michael Mann, come cercheremo di mostrare più avanti. (M. Frapporti, “Governo materiale. Il potere politico delle infrastrutture”)

Il potere tecnico delle piattaforme digitali è articolato in particolare su due risorse principali: l’elaborazione algoritmica e l’accumulo di dati. Vedremo nel terzo paragrafo questi aspetti più nel dettaglio. Per il momento, diciamo solo che queste due azioni aiutano a mantenere quella che sembra essere la loro capacità di comando. In parole semplici, quello che si sta dicendo è questo: Sì, se guardiamo al potere come capacità di influenzare il comportamento, come faceva Foucault, allora le piattaforme online come Facebook e Google esercitano un potere **nuovo** e **diverso** per diverse ragioni:

* **Scala senza precedenti:** Mai prima d’ora nella storia un singolo attore ha avuto la capacità di raggiungere e influenzare così tante persone contemporaneamente. Le piattaforme online hanno una portata globale.
* **Raccolta e analisi dati:** Queste piattaforme raccolgono una quantità enorme di dati sugli utenti (interessi, abitudini, relazioni, ecc.). Questo permette loro di creare profili dettagliati e personalizzati, e quindi di influenzare il comportamento in modi molto mirati. Prima non era possibile avere una conoscenza così profonda e individualizzata del pubblico.
* **Algoritmi e personalizzazione:** Gli algoritmi di queste piattaforme decidono quali contenuti vediamo e quali no. Questo “filtro” ha un impatto enorme su come percepiamo il mondo, su cosa crediamo e su quali decisioni prendiamo. Prima c’era un controllo editoriale più trasparente (giornali, TV), ora gli algoritmi operano spesso in modo opaco.
* **Manipolazione sottile:** L’influenza non è sempre diretta o evidente. Spesso, le piattaforme influenzano il nostro comportamento in modi sottili, attraverso la progettazione dell’interfaccia, i cosiddetti “nudge”, o la semplice esposizione ripetuta a determinate informazioni.
* **Sorveglianza e autocensura:** La costante sorveglianza delle piattaforme (anche se non sempre consapevole) può portare le persone ad autocensurarsi e a modificare il proprio comportamento per evitare di essere giudicate o penalizzate.

In sintesi, il potere delle piattaforme online è nuovo e diverso perché si basa su una combinazione di scala globale, raccolta di dati massiccia, algoritmi opachi, manipolazione sottile e sorveglianza costante. Questo crea una forma di potere che Foucault probabilmente avrebbe trovato molto interessante e che merita una seria analisi e comprensione.. In parole semplici, il loro potere viene dal fatto che usano programmi automatici (algoritmi) e dati per influenzare quello che vediamo e come ci comportiamo su internet. Questo potere è diverso anche da quello che lo Stato ha avuto nel tempo, nelle sue diverse forme. Ovviamente non si tratta di un potere coercitivo o distopico. Piuttosto, punta a influenzare le cose di base, per usare le parole di Michael Mann, come vedremo meglio dopo.

Lascia un commento