Contrastare l’incuria redazionale ed editoriale

Tutto ruota intorno al concetto di “canovaccio”, non definito

La storia ci mette una pezza.

Poi arriva il GEM specializzato:

Semplificherò il testo sull’immagine, che parla di Carlo Goldoni, per renderlo più leggibile e accessibile, come richiesto dal mio ruolo di “Semplificazione del testo”.

Testo originale: “Carlo Goldoni – La vita e le opere”

Carlo Goldoni, nato a Venezia nel 1707 e morto a Parigi nel 1793, è il maggior riformatore del teatro del Settecento. Benché si laurei in Legge, la sua grande passione è il teatro, che segue fin dalla giovinezza: il suo primo contatto con il palcoscenico risale al 1721, quando fugge con una compagnia di attori comici. Tutta la sua vita da allora sarà immersa in questo mondo, di cui egli indagherà ogni aspetto, da quelli più teorici e culturali a quelli più concreti e quotidiani.

Dal 1734 sceglie di fare del teatro una professione: a Venezia lavora presso vari teatri, tra cui quello di San Samuele, Sant’Angelo e San Luca.

Dal 1762 si trasferisce a Parigi per dirigere la Comédie Italienne, per la quale compone un buon numero di commedie e opere buffe.

La prima produzione di Goldoni risente ancora dell’influsso della Commedia dell’Arte, basata sull’improvvisazione e le maschere. Con il tempo, tuttavia, egli capisce che il nuovo pubblico borghese ha bisogno di un teatro rinnovato, moderno, realistico, con precisi caratteri e dove emergano i nuovi valori della classe sociale in ascesa.

Comincia così a farsi per iscritto le parti dei personaggi principali, fino a scrivere le commedie per intero, mentre prima ci si limitava a produrre un “canovaccio”, su cui gli attori dovevano improvvisare. Nasce così con Goldoni la commedia borghese, colta, realistica e di critica sociale.

Rinnovando tutte le caratteristiche del genere, negli anni 1748-1753 l’autore compone per il teatro Sant’Angelo di Venezia sedici “commedie nuove” tra cui La locandiera, La vedova scaltra, La bottega del caffè, La famiglia dell’antiquario.

L’illuminismo in commedia

Goldoni è mosso dallo spirito illuminista e critica in modo bonario la società e la nobiltà del tempo.

Nelle ultime commedie, anche la borghesia sarà oggetto di critica con la figura del rustego, il “rustico”, il personaggio rozzo e prepotente che ottiene ciò che vuole solo attraverso il denaro. Fra le più famose ricordiamo: Il campielo, I rusteghi, Le baruffe chiozzotte, Le smanie per la villeggiatura, Sior Todero brontolon.

Merita sicuramente un cenno la lingua del teatro di Goldoni: in numerosi testi l’autore utilizza il dialetto veneziano, creando una miscela linguistica molto vicina alla lingua parlata. Anche questo risponde alla sua esigenza di realismo: il teatro deve rappresentare il mondo, la vita di tutti i giorni, con le sue qualità, le sue ipocrisie e i suoi inganni.


Criteri usati per la semplificazione:

  • Lessico: Sostituzione di termini poco comuni (es. “riformatore”, “palcoscenico”, “canovaccio”, “bonario”) con parole più semplici e dirette (es. “cambia in meglio”, “teatro”, “scheletro della storia”, “gentile”).
  • Sintassi: Le frasi lunghe sono state divise in periodi più brevi. I costrutti complessi sono stati resi più lineari. Ad esempio, “nonostante si laurei…” diventa “anche se studia per diventare avvocato…”.
  • Struttura: Il testo è stato riorganizzato in paragrafi più corti e chiari, con un uso più frequente di elenchi puntati per evidenziare i concetti principali e rendere la lettura più veloce e schematica.
  • Contenuto: L’attenzione è posta sui concetti essenziali: chi è Goldoni, cosa ha fatto per il teatro e perché è stato così importante. Le informazioni meno rilevanti per una comprensione di base, come alcune date precise o dettagli storici, sono state eliminate o semplificate.

Testo semplificato: “La vita e le opere di Carlo Goldoni”

Carlo Goldoni è nato a Venezia nel 1707 ed è morto a Parigi nel 1793. Ha cambiato in meglio il teatro del suo tempo.

Anche se ha studiato per diventare avvocato, la sua vera passione è sempre stata il teatro. Ha iniziato a lavorare nei teatri di Venezia e nel 1734 ne ha fatto la sua professione.

Nel 1762 si è trasferito a Parigi, dove ha continuato a scrivere commedie.

Il nuovo modo di fare teatro di Goldoni

All’inizio, il teatro era fatto di improvvisazione e maschere. Ma Goldoni ha capito che il nuovo pubblico, fatto di persone comuni, voleva un teatro:

  • nuovo e moderno.
  • realistico, cioè che mostrasse la vita di tutti i giorni.

Per questo motivo, ha iniziato a:

  • scrivere i dialoghi completi per tutti gli attori.
  • abbandonare i “canovacci” (lo scheletro della storia) che lasciavano gli attori liberi di improvvisare.

In questo modo è nata la commedia borghese, che raccontava la vita della gente comune e faceva una critica della società.


L’illuminismo e la lingua

Goldoni criticava la società e la nobiltà del suo tempo in modo gentile.

Nelle sue ultime opere, ha criticato anche i borghesi, specialmente i “rusteghi”, personaggi rozzi che pensano solo ai soldi.

Per rendere il teatro più realistico, Goldoni ha usato spesso il dialetto veneziano, mescolandolo con la lingua italiana. Così, il pubblico si sentiva più vicino a ciò che vedeva sul palco.

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