Questo è un riepilogo di ciascun contributo, presentato nella tabella a tre colonne richiesta, basato esclusivamente sulle informazioni contenute nelle fonti fornite.
| Autore e Titolo | Tesi di Fondo | Concetti a Supporto |
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| Lucia Lumbelli. I. Una questione controversa: scrivere chiaro o «facilese» | La tesi di fondo è l’analisi della controversia tra i sostenitori dello scrivere chiaro (motivazioni ottimistiche sulla funzione della comunicazione divulgativa) e i sostenitori del «facilese» (motivazioni più pessimistiche o prudenti) riguardo alla legittimità/illegittimità della semplificazione della comunicazione. L’obiettivo è superare la dicotomia e proporre ipotesi di ricerca più produttive. | Il dibattito coinvolge aspetti come la difficoltà della semplificazione, la possibilità o impossibilità della «traduzione», e le condizioni della traducibilità. Si discutono i criteri per la scelta delle parole, la distinzione tra linguaggio comune e linguaggio scientifico, l’uso della metafora come risorsa e come errore, la distinzione tra «fatti» e «concetti», e il ruolo della narrazione. Il capitolo propone la parafrasi come processo «naturale» e le promesse dell’inferenza, e presenta diverse ipotesi per la ricerca, inclusa l’alternativa sperimentale e la possibilità di cambiare le parole senza toccare il contenuto concettuale. |
| Lucia Lumbelli. II. Criteri per la diagnosi della comprensibilità | La tesi principale è che la diagnosi della comprensibilità di un testo deve essere condotta analizzando i processi cognitivi del lettore, andando oltre la mera analisi linguistico-testuale, per individuare i meccanismi che ostacolano il recupero delle informazioni essenziali, soprattutto per lettori culturalmente diversi. | La metodologia chiave è l’interosservazione dei processi di lettura. Le difficoltà di comprensione sono categorizzate in sette nodi: Effetti paradossali dell’intenzione di farsi capire (quando si producono eventi testuali che contraddicono l’intenzione comunicativa); l’aggiunta relativizzante (specificazione che ostacola la comprensione); l’aggiunta problematizzante (specificazione che non aiuta la comprensione e anzi la complica); l’esempio difficile (esempi che non chiariscono l’asserzione generale o creano confusione); l’identità ostacolata (difficoltà a riconoscere l’identità tra due termini, spesso per mancanza di conoscenze enciclopediche); il nesso mal segnalato (assenza di indicatori linguistici espliciti per una connessione logica che dovrebbe esserci); e il nesso distanziato (connessione tra informazioni separate da due o più frasi/capoversi, che rende difficile il recupero). |
| N. De Santis, P. Senni. III. Due libri di testo al microscopio | Applicare i criteri diagnostici della comprensibilità a due libri di testo per la scuola media (Il manuale del vivere civile e Linguaggio visivo e comunicazione). La tesi è che l’analisi, basata su indicatori cognitivi di difficoltà, può fornire una base per la valutazione pedagogica e didattica dei testi. | L’analisi quantitativa e qualitativa del primo testo ha identificato 78 difficoltà totali, con una preponderanza delle categorie riconoscimento di identità ostacolata (21,80%), nesso mal segnalato (21,80%) e nesso non segnalato (17,94%). Nel secondo testo, l’analisi ha rilevato 41 difficoltà, con una media di 2,15 per pagina. Le difficoltà riscontrate in entrambi i testi richiedono un’adeguata competenza cognitiva e non solo linguistica da parte del lettore. |
| C. Baschirotto, A. Locatelli, L. Lumbelli. IV. Per un’applicazione a testi filmici | L’obiettivo è applicare l’approccio psicolinguistico, tipico dell’analisi dei testi scritti, per delimitare i confini della comunicazione verbale e non verbale (testi filmici/audiovisivi) e identificare i processi cognitivi complessi sottostanti la fruizione. | La ricerca si concentra sulla scomposizione dei testi filmici in unità didattiche per affrontare in modo sistematico la difficoltà di comprensione. Vengono esaminati due testi filmici, estratti da una puntata di Happy Days. L’analisi del dialogo tra i personaggi (es. Joannie e Walter) mostra difficoltà che rispecchiano le categorie riscontrate nei testi scritti, come l’ambiguità e la necessità di integrazioni cognitive. |
| Lucia Lumbelli. V. Non capire pensando ad alta voce | La tesi di fondo è l’importanza del metodo del “pensare ad alta voce” come strumento euristico (di ricerca e scoperta) per comprendere i processi di comprensione/incomprensione. Questo metodo permette di superare i limiti dell’introspezione ordinaria, esponendo i complessi processi mentali che conducono alla soluzione di un problema di comprensione (problem solving). | La difficoltà di capire viene vista come un «problem solving» che implica la consapevolezza da parte del soggetto di non aver compreso. Il metodo si basa sul progetto e la pratica del metodo clinico di Piaget. L’analisi delle trascrizioni degli interventi (es. l’intervento di Walter e quello di Elena) mostra come i soggetti si confrontano con le difficoltà di comprensione, rivelando le lacune cognitive o la resistenza al cambiamento di prospettiva. |
| R. Cardarello. VI. Itinerari delle informazioni perdute alla TV | Verificare se e come le categorie di difficoltà di comprensione individuate nei testi scritti (es. l’identità ostacolata, il nesso mal segnalato) si manifestano anche nei testi audiovisivi (cartoni animati). | La ricerca utilizza interviste e sondaggi (interosservazione) per analizzare la fruizione di due cartoni animati della serie Spank da parte di ragazzi. I risultati hanno confermato l’esistenza di difficoltà che possono essere ricondotte alle categorie del testo scritto, evidenziando il ruolo della mancanza di estrazione di informazioni (che dipendono dalla memoria e dall’elaborazione del testo) e dell’integrazione parola-immagine. Si evidenzia come le difficoltà siano legate a errori di ricostruzione contestuale o a un uso non appropriato delle conoscenze enciclopediche. |
Le categorie concettuali e i metodi diagnostici che definiscono lo scrivere chiaro si concentrano sull’analisi della comprensibilità dei testi, individuando gli ostacoli cognitivi e linguistici che ne compromettono la chiarezza per un lettore non specializzato o culturalmente diverso.
Categorie Concettuali (Nodi della Comprensione)
Le categorie concettuali principali derivano dalla diagnosi sistematica delle difficoltà di comprensione che un testo divulgativo può presentare, spesso denominate i “nodi della comprensione”. L’analisi di queste categorie permette di individuare i momenti in cui la scrittura non è sufficientemente trasparente o richiede al lettore operazioni cognitive troppo complesse.
Le principali categorie di difficoltà di comprensione elencate nelle analisi dei testi includono:
- Aggiunta relativizzante: Si riferisce a una specificazione o insieme di specificazioni che, pur volendo precisare un concetto, finiscono per circoscrivere la validità delle asserzioni precedenti, introducendo un elemento di interferenza o di disturbo.
- Aggiunta problematizzante: Consiste in un tipo di precisione o aggiunta che, nonostante l’intenzione di semplificare, crea un problema di comprensione, aumentando la difficoltà piuttosto che facilitare l’integrazione delle informazioni.
- Esempio difficile: Si verifica quando un esempio, sebbene ampio e introdotto con l’intenzione di aiutare, aggiunge un problema di comprensione o ostacola la facile integrazione con l’asserzione generale che dovrebbe chiarire.
- Riconoscimento di identità ostacolata: Questa categoria raccoglie tutti i momenti testuali in cui il riconoscimento dell’identità del significato tra due termini o espressioni linguistiche (ad esempio, un richiamo anaforico) è reso difficile o problematico, richiedendo inferenze basate su conoscenze pregresse o su elementi distanti del testo.
- Nesso mal segnalato: Si riscontra in situazioni in cui il lettore esperto può inciampare in un connettivo che apparentemente è incongruo con il testo nel suo complesso, ma che in realtà è coerente a condizione che venga integrata un’informazione non esplicitata.
- Nesso non segnalato: Si riferisce alle situazioni in cui una o più frasi veicolano un determinato contenuto informativo, ma le frasi successive forniscono nuove informazioni senza alcun segnale sintattico chiaro che indichi il rapporto tra le nuove e le precedenti informazioni.
- Nesso distanziato: Questa difficoltà emerge quando una determinata connessione separa due o più informazioni che dovrebbero essere collegate, talvolta con una distanza anche di alcune pagine, rendendo difficile il richiamo alla memoria e la ricostruzione del nesso logico.
Inoltre, un’altra categoria rilevata è quella degli “effetti paradossali dell’intenzione di farsi capire”, ovvero quei modi di comunicare che tradiscono l’intenzione di essere il più possibile chiari e comprensibili.
Metodi Diagnostici
I metodi utilizzati per analizzare e diagnosticare la comprensibilità (e, per estensione, definire i criteri per la chiarezza) si basano sull’osservazione dei processi cognitivi in azione.
Il metodo di ricerca più significativo e frequentemente utilizzato è:
- L’Interosservazione dei processi di lettura (o Autoanalisi/Introspezione): Questo approccio mira a superare la valutazione superficiale della comprensibilità. Per controllare l’adeguatezza di un testo rispetto alla competenza cognitiva di un lettore di cultura diversa, si ricorre all’interosservazione o all’autoanalisi del processo di lettura dell’autore o di un lettore esperto.
- La tecnica principale associata è il “pensare ad alta voce” (thinking aloud), o introspezione, che consiste nel richiamare consapevolmente alla riflessione le operazioni cognitive compiute durante la lettura. Questo consente di identificare, smascherare e ricostruire i meccanismi richiesti per cogliere le informazioni essenziali.
Un’altra prospettiva metodologica menzionata è:
- L’applicazione del metodo clinico di Piaget: Questo approccio è suggerito per la sua utilità nell’integrare i dati empirici e nel fornire un quadro per la definizione di criteri diagnostici e terapeutici sulla comprensibilità. Questo metodo è spesso orientato a studiare i processi di comprensione verbale attraverso l’analisi dei processi mentali sottostanti.
L’obiettivo generale di questa metodologia di ricerca è fornire indicazioni operative per la diagnosi e la valutazione della comprensibilità. La ricerca si concentra su quei momenti testuali che richiedono interventi di conoscenze, micro-ragionamenti o inferenze cognitive per essere compresi dal lettore.
Fenomenologia dello Scrivere Chiaro: Analisi e Sintesi
Executive Summary
Il volume “Fenomenologia dello scrivere chiaro” di Lucia Lumbelli, con la prefazione di Tullio De Mauro, offre un’analisi rigorosa e sistematica delle difficoltà di comprensione testuale. Superando il dibattito polarizzato tra la necessità di “scrivere chiaro” e l’accusa di “facilese” (eccessiva semplificazione), l’opera propone un approccio diagnostico per identificare le cause strutturali e cognitive che rendono un testo poco comprensibile, anche quando l’intenzione dell’autore è quella di essere il più chiaro possibile.
Il contributo centrale del libro è la definizione di sette specifiche categorie di difficoltà, o “nodi della comprensione”, che rappresentano ostacoli ricorrenti per il lettore. Questi non derivano primariamente da un lessico complesso o da una sintassi elaborata, ma da difetti nella strutturazione logica e informativa del discorso. L’analisi dimostra come molti di questi ostacoli nascano da effetti paradossali dell’intenzione di farsi capire, dove i tentativi di semplificazione (come l’aggiunta di precisazioni o esempi) finiscono per generare ulteriore confusione.
Attraverso metodologie come il “pensare ad alta voce” e l’analisi dei processi di lettura, l’opera esamina casi di studio concreti, che spaziano dai libri di testo scolastici ai programmi televisivi e ai testi filmici. I risultati quantitativi e qualitativi di queste analisi confermano la ricorrenza dei “nodi” identificati, fornendo uno strumento pratico e scientificamente fondato per autori, insegnanti e comunicatori per migliorare la qualità e l’efficacia dei testi divulgativi. L’obiettivo ultimo non è la banalizzazione del contenuto, ma una gestione consapevole del carico cognitivo del lettore per garantire una reale accessibilità al sapere.
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1. La Controversia dello “Scrivere Chiaro”
L’opera prende le mosse da una questione centrale nel dibattito culturale italiano: la tensione tra la necessità di rendere i testi accessibili a un vasto pubblico e il rischio di impoverirne il contenuto.
1.1. Il Dibattito tra “Scrivere Chiaro” e “Facilese”
Il punto di partenza è il dibattito sollevato su Repubblica da Beniamino Placido riguardo al cosiddetto “facilese”, termine critico per indicare una semplificazione linguistica ritenuta superficiale e fuorviante. Questo dibattito evidenzia una divaricazione fondamentale:
- Pessimismo Motivato: Una posizione che vede con sospetto i tentativi di semplificazione, preoccupata che questi possano tradire la complessità del sapere scientifico e mettere in guardia contro i rischi della divulgazione.
- Ottimismo Motivato: Una posizione che, al contrario, crede nella fattibilità e nell’importanza della divulgazione e cerca attivamente strategie per renderla efficace.
Secondo Placido, il problema non è la difficoltà del linguaggio, ma l’assenza nel lettore delle “concezioni che non capisce”, sostenendo che bisognerebbe “sollecitare il lettore ad impossessarsi degli elementi necessari per andarselo a cercare direttamente, e cioè sui testi «difficili»”.
1.2. La Divulgazione come “Traduzione”
Un tema ricorrente nel dibattito è la metafora della divulgazione come una “traduzione” da un linguaggio specialistico a uno comune. Questa prospettiva solleva ulteriori problemi:
- La “Traduzione Impossibile”: Alcuni sostengono che una traduzione fedele del contenuto scientifico in un linguaggio accessibile sia, di fatto, impossibile. Secondo questa visione, la struttura concettuale del sapere specialistico è intrinsecamente legata al suo linguaggio tecnico, e ogni tentativo di semplificazione ne compromette l’integrità.
- Le Condizioni della Traducibilità: L’approccio di Lumbelli, invece, si concentra sull’analisi delle “condizioni della traducibilità”. L’obiettivo non è negare le difficoltà, ma identificare i criteri che possono rendere la comunicazione scientifica efficace senza banalizzarla. Si tratta di passare da una dichiarazione di impossibilità a un’indagine sulle condizioni che rendono la comprensione possibile.
L’opera si propone quindi di superare questa contrapposizione, fornendo strumenti concreti per analizzare perché un testo fallisce nel suo intento comunicativo, indipendentemente dalle buone intenzioni dell’autore.
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2. Criteri per la Diagnosi della Comprensibilità: I Sette Nodi
Il nucleo teorico del libro è l’identificazione e la descrizione di sette categorie ricorrenti di ostacoli alla comprensione, definite “nodi”. Questi nodi rappresentano specifiche configurazioni testuali che, spesso in modo paradossale, tradiscono l’intenzione di chiarezza.
| Nodo della Comprensione | Descrizione |
| 1. Aggiunta Relativizzante | Una specificazione o precisazione che, invece di chiarire, introduce un’incongruenza o una contraddizione con le informazioni precedenti. Costringe il lettore a un complesso lavoro di integrazione che può fallire, bloccando la comprensione. |
| 2. Aggiunta Problematizzante | Un’aggiunta che, nel tentativo di spiegare un termine o un concetto, ne utilizza uno altrettanto o più problematico, spesso a causa di una scelta lessicale generica o polisemica che non facilita l’integrazione con il contesto. |
| 3. Esempio Difficile | Un esempio che non riesce a svolgere la sua funzione facilitante, ma anzi aggiunge un ulteriore livello di complessità. Ciò può accadere quando l’esempio è astratto, richiede troppe inferenze o sposta l’attenzione su informazioni irrilevanti. |
| 4. Identità Ostacolata | Si verifica quando nel testo due o più espressioni diverse si riferiscono allo stesso concetto o oggetto, ma il lettore non riesce a riconoscere questa identità. La ricostruzione richiede inferenze basate su conoscenze enciclopediche che il testo non attiva adeguatamente. |
| 5. Nesso Non Segnalato | L’assenza di un connettivo sintattico (es. congiunzione, avverbio) tra due o più frasi o informazioni che dovrebbero essere logicamente collegate. Il lettore è costretto a un lavoro di ricostruzione del nesso logico, che può risultare complesso e fuorviante. |
| 6. Nesso Mal Segnalato | La presenza di un connettivo sintattico che è incongruente o inadeguato rispetto al rapporto logico tra le informazioni che collega. Questo “falso segnale” ostacola la costruzione di un nesso coerente e può portare a interpretazioni errate. |
| 7. Nesso Distanziato | Si verifica quando le informazioni necessarie per stabilire una connessione logica sono separate da una porzione significativa di testo. Ciò impone un carico eccessivo sulla memoria di lavoro del lettore, che fatica a recuperare e integrare gli elementi distanti. |
Queste categorie forniscono una griglia analitica per scomporre le difficoltà di un testo in problemi specifici e operazionalizzabili, superando una generica valutazione di “chiarezza” o “oscurità”.
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3. Metodologie di Analisi del Processo di Comprensione
Per studiare come questi “nodi” operino concretamente, l’opera si avvale e discute diverse metodologie focalizzate sull’esplicitazione dei processi cognitivi del lettore.
- Il “Pensare ad Alta Voce”: Questa tecnica richiede al soggetto di verbalizzare il proprio flusso di pensiero mentre legge e cerca di comprendere un testo. L’obiettivo è accedere ai processi mentali “in tempo reale”, osservando le strategie, le inferenze, le difficoltà e gli errori nel momento in cui si verificano. A differenza di un’intervista, questo metodo mira a ridurre al minimo l’interferenza dello sperimentatore.
- Il Metodo Clinico di Piaget: L’opera discute il metodo clinico di Piaget, basato su un’interazione dialogica in cui lo sperimentatore pone domande per esplorare il ragionamento del soggetto. Sebbene utile, viene evidenziato il suo limite per lo studio della comprensione testuale, in quanto l’intervento attivo dello sperimentatore può influenzare e modificare il processo cognitivo che si intende osservare.
- L’Interosservazione dei Processi di Lettura: Un approccio che prevede l’analisi e il confronto tra le ricostruzioni di un testo da parte di più lettori. Questo permette di identificare i punti di divergenza e di far emergere le difficoltà condivise, fornendo una base più oggettiva per la diagnosi della comprensibilità del testo.
Queste metodologie permettono di passare da un’analisi puramente testuale a una psico-linguistica, mettendo in relazione le caratteristiche del testo con i processi cognitivi attivati (o non attivati) nella mente del lettore.
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4. Analisi Applicata: Casi di Studio
Il framework teorico e metodologico viene applicato a una varietà di testi per dimostrarne la validità empirica e l’ampia portata.
4.1. Libri di Testo Scolastici
Due manuali scolastici vengono analizzati “al microscopio” per identificare la frequenza e la tipologia delle difficoltà di comprensione.
- “Il manuale del vivere civile” (D’Amico):
- L’analisi ha rilevato 78 difficoltà di comprensione distribuite nel testo.
- Le categorie più frequenti sono risultate il Riconoscimento di identità ostacolato (21,80%) e il Nesso mal segnalato (17,94%), indicando problemi sistematici nella coerenza referenziale e nella connessione logica. L’analisi qualitativa ha mostrato come temi complessi (Stato, psichiatria, democrazia) fossero resi ancora più ostici da formulazioni ambigue e argomentazioni fallaci.
- Testo di Storia dell’Arte (Parini e Calvesi):
- L’analisi si è concentrata sull’interazione tra testo verbale e “contributo iconico” (immagini, grafici).
- Sono state identificate 41 difficoltà, con una prevalenza di Esempio difficile (19,51%) e Riconoscimento di identità ostacolato (19,51%).
- È emerso che le immagini e gli elementi visivi, invece di chiarire, spesso aggiungevano complessità perché non erano adeguatamente integrati con il testo scritto, richiedendo al lettore ulteriori sforzi cognitivi non guidati.
4.2. Testi Audiovisivi: Televisione e Cinema
L’analisi viene estesa ai media audiovisivi per dimostrare l’universalità dei processi di comprensione.
- Testi Filmici (Happy Days): L’applicazione del metodo a un testo filmico evidenzia come la comprensione dipenda dall’integrazione di codici multipli (verbale, visivo, sonoro). Le difficoltà nascono quando questi codici sono in conflitto o quando la narrazione richiede inferenze culturali che lo spettatore non possiede. L’analisi delle discussioni degli studenti dopo la visione ha permesso di ricostruire i punti di incomprensione.
- Informazioni Perdute alla TV (Spank): Uno studio sulla comprensione di un cartone animato da parte di ragazzi di 11-12 anni ha permesso di classificare diverse tipologie di “incomprensioni”:
- Ostacoli percettivi: Mancata percezione di dettagli visivi o sonori cruciali.
- Carenza di processi: Il ragazzo non riesce a compiere inferenze necessarie.
- Mancanza di connessione: Impossibilità di collegare informazioni presentate in momenti diversi.
- Generazione di informazione sbagliata: Il ragazzo riempie una lacuna informativa con un’informazione errata ma plausibile.
- Carenza contestuale: Mancanza di conoscenze enciclopediche necessarie per interpretare correttamente una scena o un dialogo.
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5. Conclusioni e Implicazioni
L’opera “Fenomenologia dello scrivere chiaro” giunge a conclusioni di grande rilevanza per la teoria e la pratica della comunicazione.
- La Comprensibilità è un Fenomeno Sistematico: Le difficoltà di comprensione non sono eventi casuali, ma conseguenze prevedibili di specifiche scelte strutturali, retoriche e logiche nel testo. L’approccio diagnostico basato sui “nodi” permette di identificare e correggere questi problemi alla radice.
- Il Paradosso dell’Intenzione di Chiarezza: Molti errori di comunicazione non derivano da negligenza, ma da un’intenzione di farsi capire che si traduce in strategie inefficaci (es. esemplificazioni o precisazioni controproducenti). Ciò sposta l’attenzione dalla buona volontà dell’autore alla competenza tecnica nella costruzione del testo.
- Oltre la Semplificazione: La vera sfida non è semplificare il contenuto, ma gestire la complessità della sua presentazione. Un testo efficace è quello che guida il lettore attraverso i passaggi cognitivi necessari, rendendo espliciti i nessi logici, garantendo la coerenza referenziale e fornendo esempi che facilitino realmente l’integrazione delle informazioni.
- Un Contributo per l’Educazione: Come sottolineato da Tullio De Mauro nella prefazione, il libro fornisce strumenti preziosi per il mondo della scuola e della formazione, offrendo a insegnanti e autori di manuali un metodo per valutare e migliorare la leggibilità e l’efficacia didattica dei materiali di studio.
