La tesi di fondo del testo “Benessere digitale: istruzioni per l’uso” di Monica Bormetti si concentra sulla necessità urgente di ritrovare un equilibrio consapevole nell’uso della tecnologia in un’epoca di connessione permanente.
L’autrice sostiene che il benessere digitale non è semplicemente una questione di strumenti o di “spegnere il telefono,” ma uno stato di equilibrio tra l’uso della tecnologia e il mantenimento di una buona salute fisica, mentale ed emotiva. L’obiettivo centrale è recuperare il diritto di scegliere come stare in questa iperconnessione, passando dalla reazione alla consapevolezza e all’intenzionalità.
La tesi implica che la rivoluzione tecnologica e l’intelligenza artificiale (IA), pur offrendo opportunità, rischiano di travolgere la salute mentale, fisica ed emotiva delle persone. Il sistema attuale esige troppo, troppo in fretta, troppo spesso, causando difficoltà crescenti nel rimanere centrati, lucidi e presenti. Il vero pericolo non è l’IA in sé, ma il suo abuso inconsapevole, che porta a una crescente dipendenza decisionale e al rischio di atrofizzare le capacità cognitive umane (deskilling cognitivo).
Concetti a Supporto e Struttura Argomentativa
La struttura del libro è pensata come un percorso in tre parti che va dalla consapevolezza all’azione e alla trasformazione culturale. I concetti chiave a supporto della tesi si articolano su diversi livelli:
1. Consapevolezza dei Rischi (Parte I)
Il primo passo per il benessere è comprendere l’impatto a 360° della tecnologia sulla salute.
- Salute come Integrità: La salute è definita in senso olistico, come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non solo assenza di malattia.
- La Ruota del Benessere Digitale: Uno strumento che mappa l’impatto del digitale su otto aree fondamentali: salute mentale, salute fisica, quantified self, identità digitale, produttività, ergonomia, comunicazione e relazioni.
- Tecnostress e Ansia da IA: La tecnologia amplifica il tecnostress (ogni conseguenza negativa causata direttamente o indirettamente dalla tecnologia). L’ansia da IA si manifesta attraverso cinque fattori principali: sovraccarico tecnologico, tecno-complessità, tecno-diffidenza, tecno-insicurezza (paura di perdere il lavoro) e tecno-invasione (perdita di contatto umano), tutti radicati nella paura.
- Sovraccarico Digitale e Burnout: L’eccessiva esposizione digitale porta a una saturazione cognitiva ed emotiva, con segnali come l’affaticamento mentale, l’ansia da notifiche (FOMO) e il calo delle performance.
- Connessione Mente-Corpo e Dissociazione: La cultura occidentale ha favorito il dualismo mente-corpo, ma oggi è fondamentale riconoscere che sono un’unità. L’uso continuo di dispositivi digitali tende alla dissociazione corporea, riducendo la percezione dei segnali interni (fame, sete, sonno). L’eccessivo monitoraggio digitale (quantified self) crea l’illusione del controllo, ma può portare a condizioni come l’ortosonnia (ossessione per il sonno perfetto basata sui dati).
- Tempo ed Energia: Il problema percepito non è la mancanza di tempo, ma la mancanza di energia per usarlo in modo centrato. Il cervello registra il tempo in base a ciò che sperimentiamo con consapevolezza; vivere in modalità pilota automatico fa percepire il tempo come frammentato e perduto.
2. Le Tre Chiavi per il Benessere (Parte II)
Le soluzioni pratiche proposte si basano su tre pilastri: Focus, Energia e Intenzionalità.
- Focus: È la risorsa più preziosa del XXI secolo. Si tratta della capacità di focalizzare intenzionalmente il pensiero, attività che coinvolge la corteccia prefrontale. Deve essere protetto dalle continue interruzioni digitali che frammentano l’attenzione. Si allena passando dalla reazione impulsiva alla risposta consapevole e coltivando il deep work (concentrazione profonda e prolungata).
- Energia: Deve essere gestita per garantire lucidità, vitalità e performance. La pratica della Mindfulness (consapevolezza non giudicante nel momento presente) è fondamentale per recuperare l’energia mentale dispersa, coltivare la serenità (serotonina) e ridurre lo stress cronico (cortisolo). La Curva dell’efficacia personale aiuta a comprendere il proprio livello di attivazione psico-fisiologica ottimale (lo stato di Flow) e a intervenire intenzionalmente su di esso.
- Intenzionalità: È l’antidoto alla reattività e al “pilota automatico”. Si distingue dall’obiettivo perché è un modo di essere nel presente (“essere centrato mentre lavoro”) e agisce come una bussola. L’intenzionalità è cruciale per combattere la procrastinazione (vista come un tentativo di regolare lo stato emotivo, non pigrizia) e la decision fatigue (l’esaurimento delle risorse cognitive causato dall’eccesso di micro-decisioni digitali). Permette di scegliere quando delegare e quando no, contrastando il deskilling cognitivo.
3. Trasformazione Culturale (Parte III)
Il benessere digitale richiede un approccio sistemico, andando oltre il lavoro sul singolo individuo.
- Comunicazione Consapevole: Serve passare dalla Infodemia digitale e dal sovraccarico comunicativo a una cultura condivisa di meno messaggi e più significato. Questo implica riscrivere le regole della collaborazione online (es. stabilire i canali giusti per le urgenze, valorizzare il silenzio). L’ascolto profondo è un “superpotere” relazionale, essenziale per ridurre i fraintendimenti e la tensione emotiva nella comunicazione mediata dagli schermi.
- Relazioni nel Lavoro: La relazione è una risorsa strategica e il vero fattore differenziante umano rispetto all’IA. Il lavoro ibrido e digitale rischia di generare spersonalizzazione e l’indebolimento dei legami deboli, cruciali per l’innovazione. La fiducia si costruisce attraverso il modello delle 5 C: Connessione, Chiarezza, Coerenza, Collaborazione e Cura. La presenza fisica (tridimensionalità) resta imprescindibile per attivare la memoria, l’empatia (neuroni specchio) e la sincronizzazione cerebrale.
- Nuovo Paradigma del Lavoro: Il benessere digitale non è un optional, ma un requisito essenziale per lavorare bene e una strategia di business. La sua gestione deve essere integrata nella Governance (G) e negli obiettivi di Sostenibilità (ESG) dell’azienda, trattandolo come un elemento strutturale della salute organizzativa. L’autrice propone il modello delle 3 R (Riduzione degli input non necessari, Ricalibrazione dei confini, Riconnessione autentica) per guidare il cambiamento. Infine, l’IA pone il dilemma esistenziale su cosa significhi essere umani e quale sarà il nostro ruolo in un mondo sempre più automatizzato.
