La Poetica di Pier Paolo Pasolini
Analisi di un Sistema Dialettico e della Crisi Antropologica
L’Intellettuale Totale e il Sistema Dialettico
La poetica di Pasolini non è statica, ma un sistema dinamico basato su opposizioni irrisolvibili. La sua produzione è un’inchiesta lucida e tragica sulla trasformazione violenta dell’Italia, culminante in una “Prospettiva escatologica”: la visione della fine di un mondo e l’avvento di un nuovo dominio irreversibile.
I. Il Trauma: Dalla Natura alla Storia
Pasolini supera il Neorealismo per cercare le radici del fenomeno, associando il mondo contadino (Friuli) e sottoproletario (Roma) al “Mito” e all'”Irragionalità sacra”. Questo idillio è destinato a un tramonto traumatico, identificato nel periodo 1955-59, che innesca la “Mutazione Antropologica”: la cancellazione dell’autentico popolare in nome del consumo.
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1942
Poesie a Casarsa
Ricerca del “Mito” e della purezza linguistica (dialetto) nel mondo contadino.
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1955
Ragazzi di vita
Il “Mito” incontra la “Storia” nel vitalismo anarchico del sottoproletariato romano.
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1955-1959
Il Trauma (Denuncia dell’Idillio)
L’inizio del boom economico e della civiltà dei consumi distrugge la civiltà popolare.
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Post-1960
La Mutazione Antropologica
Il “Mito del vitalismo” decade in “Omologazione di massa”.
II. L’Analisi del Potere
Il fulcro ideologico è l’analisi del “Potere”. Per Pasolini, il potere neocapitalista è una forza consumistica totalizzante che produce omologazione culturale, più pervasiva del fascismo o del potere clericale.
Le Forme del Potere: Analisi Comparativa
Il potere neocapitalista (TV) è totalizzante perché non reprime, ma omologa attraverso il consumo.
La Crisi Antropologica
L’omologazione opera attraverso la “Stigmatizzazione di simboli storico-sociali”. Tradizioni e dialetti sono livellati, e la TV è il “mezzo unico” che impone nuovi modelli, creando un “sottoproletariato borghese” privo del vitalismo originario.
Causa Principale dell’Omologazione
Processo: Creazione del Sottoproletariato Borghese
La “mutazione antropologica” non è un’evoluzione, ma una sostituzione violenta di valori.
La Critica del Presceltismo
Pasolini accusa l’intellighenzia di sinistra (PCI) di non aver compreso la vera natura *culturale* del nuovo potere, rimanendo ancorata a schemi marxisti superati (la sola “struttura” economica). Questo lo porta a una “solitudine eretica”, assumendo il ruolo di “profeta non ascoltato”.
Posizione Eretica
Rigetto dell’ottimismo ideologico imposto.
Denuncia della “Contro-apposizione tra natura e storia” come ferita mortale.
III. Lo Sperimentalismo Formale
La crisi del reale impone una crisi del linguaggio. La forma diventa etica (“Funzione etico-formalistica”). Pasolini teorizza l'”Empirismo Eretico”: il cinema come lingua scritta della realtà, capace di cogliere i segni del mondo in modo “sacrale”.
Il “Montaggio” Pasoliniano (Es. *Vangelo*)
Il suo cinema mescola elementi di diversa provenienza (sacro, profano, colto, popolare) per creare un “dialetto di ordine culturale”.
Rottura dei Confini del Genere
L’apice dello sperimentalismo è *Petrolio*, un “romanzo-mostro” incompiuto. La frammentazione, la pluralità di registri e l’analisi del doppio (Carlo/Carluccio) sono lo specchio della frammentazione della società e del sé, sfidando ogni convenzione.
- Petrolio: Alta Frammentazione, Alto Saggismo, Bassa Linearità
- Romanzo Trad.: Bassa Frammentazione, Basso Saggismo, Alta Linearità
IV. Eredità e Contraddizione
La poetica di Pasolini si fonda su un’eredità intellettuale critica. Da Pascoli, riprende la critica alla modernità e la fascinazione per il mondo rurale (il *fanciullino*). Da Gramsci (*Le ceneri di Gramsci*), rielabora il concetto di cultura popolare e il ruolo dell’intellettuale come “testimone” della violenza storica. Egli incarna la “contraddizione irrisolta” dell’essere borghese ma amare il popolo, razionale ma attratto dal sacro.
Pensieri artificiali 